Le situazioni che necessitano di un accompagnamento al recupero fisico, relazionale e cognitivo nella fase post pandemica sono in crescita, seppur sia difficile quantificarle con precisione. Le richieste di assistenza sul territorio bergamasco sono continue.
La Bonne Semence, specializzata nell'area della Salute Mentale, avendo a disposizione appartamenti per percorsi di cura e di autonomia abitativa, ha deciso di offrire accoglienza per le esigenze sociosanitarie e riabilitative legate al post Covid.
Negli anni l'innovazione tecnologica avanza velocemente e fornisce continuamente nuovi strumenti capaci di migliorare le condizioni umane, ma spesso questi non trovano impiego nel mondo sociale, in particolare se si parla di disturbi comportamentali, cognitivi o psichiatrici.
La Bonne Semence, insieme al Gruppo IN, è impegnata ad offrire reali opportunità di "normalità" e di inclusione sociale a persone con problematiche legate alla Salute Mentale e prova a farlo cercando modi sempre più innovativi.
Nel 2021 grazie al contributo della Chiesa Valdese ha investito nell'acquisto di 10 programmi per test ed esercizi cognitivi messi a disposizione di alcune persone in cura presso le comunità terapeutiche della cooperativa ed ex-pazienti. L'obiettivo auspicato è un miglioramento cognitivo che permetta alle persone di gestire più facilmente la quotidianità: maggior memoria, miglioramento nella gestione del tempo e delle cose da fare, problem solving... Un grosso passo avanti che può significare per alcune persone ritrovare speranza e fiducia in se stessi, aumentare la propria autostima, rappresentare un vero e proprio miglioramento della qualità della vita.
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L'idea è nata per supportare l'azione di inclusione sociale che anima la nuova struttura di Via Angelo Maj 30 a Bergamo e in particolare gli ingressi nei 7 appartamenti gestiti da La Bonne Semence per percorsi di Housing Sociale e Residenzialità Leggera di persone con disturbi psichici. Inaugurati a settembre 2020, gli appartamenti hanno visto i primi inquilini intorno a dicembre, ma in relazione all'emergenza sanitaria le difficoltà di chi già prima si trovava in situazione di fragilità non sono certo migliorate. Per questo abbiamo presentato il progetto Vado a vivere da solo che vuole supportare economicamente le persone che, in procinto di avviare progetti di housing, in questa contingenza trovano difficoltà a mantenere e/o trovare un lavoro con cui sostenere le spese dell'abitare in autonomia. Un modo per evitare ritardi nell'avvio dei programmi individuali di residenzialità in alcuni casi da tempo programmati.
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