Lo mettono bene in evidenza i gestori dei Servizi del territorio e il Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell' Asst Papa Giovanni XXIII nell'articolo curato da L'Eco di Bergamo di oggi: mancano circa 50 posti per adulti nei servizi residenziali e semiresidenziali e altri 14 posti in Spdc.
Ma non si tratta di numeri, si parla di persone.
Storie di vite che necessitano di cura e di supporto, che se ben accompagnate possono tornare all'autonomia e ad una buona qualità della vita. Per questo è importante focalizzare l'attenzione sui numeri, per dare dignità a chi sta vivendo un momento di difficoltà ed è giusto riceva le giuste attenzioni.
Spesso chi ha un familiare con disabilità sente la forte preoccupazione legata al futuro incerto del proprio caro. Ci si chiede come potergli assicurare una buona qualità della vita, chi si prenderà cura di lui "dopo di noi". Con questo progetto vogliamo far conoscere la Legge del Dopo di noi (L. 112/2016) e in particolare lo strumento del Trust che permette di progettare sin da subito un futuro su misura del proprio caro sia dal punto di vista economico che sociale.
In questi mesi, in collaborazione con i servizi, le associazioni e gli enti del territorio, organizzeremo incontri aperti a tutti in diversi paesi della Valle Brembana per spiegare le opportunità date dal trust e lo faremo partendo dall'esperienza maturata dalla cooperativa insieme alla famiglia Vismara di Serina con "La vita di Samantha", il primo atto di trust stipulato a Bergamo.
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L'idea è nata per supportare l'azione di inclusione sociale che anima la nuova struttura di Via Angelo Maj 30 a Bergamo e in particolare gli ingressi nei 7 appartamenti gestiti da La Bonne Semence per percorsi di Housing Sociale e Residenzialità Leggera di persone con disturbi psichici. Inaugurati a settembre 2020, gli appartamenti hanno visto i primi inquilini intorno a dicembre, ma in relazione all'emergenza sanitaria le difficoltà di chi già prima si trovava in situazione di fragilità non sono certo migliorate. Per questo abbiamo presentato il progetto Vado a vivere da solo che vuole supportare economicamente le persone che, in procinto di avviare progetti di housing, in questa contingenza trovano difficoltà a mantenere e/o trovare un lavoro con cui sostenere le spese dell'abitare in autonomia. Un modo per evitare ritardi nell'avvio dei programmi individuali di residenzialità in alcuni casi da tempo programmati.
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